“I diversi decreti di aggiornamento delle GAE impugnati infatti – spiega Ruscica – non prevedevano tale ipotesi sicché ad oggi il suddetto servizio era riconosciuto a tutti i docenti di altre discipline che concorrono in più graduatorie ma non agli insegnati di religione”. La sentenza cancella questa disparità e risulta importante e fondamentale perché recepisce le novità della sentenza della Corte di Giustizia nella causa C-282/19, mutando il diverso orientamento sfavorevole della stessa giustizia amministrativa. “Questa sentenza rappresenta un passaggio fondamentale verso la piena valorizzazione della professionalità degli insegnanti di religione. Lo Snadir continuerà con determinazione a difendere i diritti dei docenti, affinché venga pienamente riconosciuto il loro ruolo all’interno del sistema scolastico nazionale. È una vittoria non solo legale ma anche di civiltà e di giustizia.”
“È una sentenza di sistema – dichiara Ernesto Soccavo, vicesegretario nazionale dello Snadir – poiché, dopo avere ricostruito lo status dell’insegnante di religione cattolica, alla luce dei protocolli, di accordi, leggi e contratti collettivi, ne fa un nuovo e legittimo inquadramento anche giurisprudenziale, grazie all’incipit della menzionata sentenza della Corte europea la quale, si ricorda, ha statuito che anche gli insegnanti di religione cattolica rientrano tra i lavoratori i cui diritti sono protetti dall’Accordo quadro della Direttiva 1999/70/CE”. “Siamo di fronte – prosegue Soccavo – a un risultato che rafforza il cammino verso l’inclusione e la parità di trattamento per tutti i docenti. Il TAR del lazio ha confermato che l’azione sindacale incisiva e competente può cambiare realmente le condizioni di lavoro e di riconoscimento professionale. Lo Snadir continuerà su questa strada con rinnovato impegno”.
All’unisono, segretario e vicesegretario nazionale dello Snadir dichiarano che la sentenza del TAR del Lazio “è uno snodoverso la piena affermazione del principio di uguaglianza sostanziale tra i docenti della scuola, come affermato dall’articolo 3 della nostra Costituzione. Una scuola senza discriminazioni tra i docenti sarà certamente una scuola più giusta e più dignitosa. Ci siamo battuti per questo, continueremo a farlo e il riconoscimento dell’organo giuridico amministrativo del Lazio certifica la bontà della nostra azione”.
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